Torre Pontina Latina
Obiettivi
Il progetto di Torre Pontina nasce dall’ambizioso obiettivo di creare un punto di riferimento per tutto il territorio tra Roma e Napoli, dal punto di vista delle funzioni, dell’estetica e dell’avanguardia tecnologica. Si voleva con ciò creare un edificio che si imponesse nello skyline della città di Latina e che fosse al tempo stesso modello per concentrazione di soluzioni tecnologiche, soluzioni estetiche di pregio e soluzioni impiantistiche e di efficienza energetica estremamente all’avanguardia
Progetto
La Torre è inserita all’interno del Piano Particolareggiato per la città di Latina, elaborato dagli architetti Dall’Olio e Teodori e ne rappresenta l’intervento cardine. Il piano, approvato dall’Amministrazione Comunale di Latina nel 1978, è una grande opera di riqualificazione urbana fortemente voluta dalle amministrazioni locali. L’importanza del piano è confermata anche dalla collaborazione con uno dei più famosi esponenti dell’architettura contemporanea del secolo scorso, lo scozzese Sir James Stirling.
Da allora ci sono voluti però circa 30 anni per trovare i capitali privati e quindi permettere alla società Direzionale Pontina, proprietaria del lotto sul quale nascerà poi la torre, di affidare l’incarico dell’opera e scegliere l’architetto pontino Lodovico Risoli come progettista. La scelta di un architetto del luogo, a discapito di molti altri architetti nazionali e internazionali che si erano proposti, denotò sin da subito la chiara volontà della proprietà di fare in modo che l’opera avesse una chiara prerogativa locale.
Il rispetto e l’amore per la città e per il suo territorio erano le caratteristiche che la proprietà voleva far trasparire da questo intervento e la scelta di Risoli ne è stata la conseguenza naturale che, grazie anche alla sua trentennale esperienza, ha saputo fondere l’inclinazione cittadina all’architettura razionalista con forme, tecnologie e materiali più moderni. Alcune caratteristiche della corrente architettonica tipica della città, come le linee geometriche e regolari che si alzano verso il cielo e l’utilizzo di materiali tradizionali come il marmo, accostati a materiali moderni come vetro e alluminio, sono passaggi fondamentali per il percorso di continuità della città verso il futuro, non tagliando nettamente con tutto il resto del territorio ma divenendone anzi simbolo e modello da seguire.
L’opera è stata pensata per essere inserita nel contesto urbano della città ma anche in quello storico. La direzione dell’inclinazione della falda del “cappello” della Torre sembra dirigere lo sguardo verso la pietra di fondazione della Città, posta in piazza del Quadrato nella sede dell’ONC. La scultura di Andreatini, alla base dell’edificio, è un vero e proprio omaggio alla città e la posizione della torre all’interno dell’asse viario e ideale, che congiunge piazza del Tribunale e piazza del Comune passando per la statua del Seminatore per poi attraversare piazza del Quadrato, sono testimonianza della grande importanza che la torre ha per la città.
Anche il nome dell’edificio è un esempio della volontà dei proprietari di creare un simbolo del territorio; senza lasciarsi affascinare da fantasiosi appellativi, magari in lingua inglese, come detterebbero le leggi di moda e marketing, Torre Pontina rappresenta tutta la “pontinità” che nasce nel cuore e nella mente dei promotori e finisce nell’essenza stessa dell’edificio.
L’edificio, ultimato nel 2011, si sviluppa su 37 piani più una copertura a falda inclinata che si estende dal livello 35 al livello 39, per un'altezza totale fuori terra di circa 130 metri; sulla sommità dell'edificio è posta un'antenna in acciaio alta circa 20 metri che permette alla torre di raggiungere un totale di 150 metri di altezza, rendendola così il quarto grattacielo più alto d’Italia.
La pianta dell'edificio, per i primi 3 piani fuori terra, è inscrivibile in una circonferenza del diametro di 41 m ed è destinata a esercizi commerciali di varie dimensioni.
Nei piani successivi la torre ha una forma quadrata con spigoli smussati, per una dimensione massima di 34,4 m x 34,4 m. Le unità residenziali sono 108, con superfici comprese tra i 50 e gli 80 mq, distribuite nella metà di sinistra dal piano quarto al ventesimo, mentre il resto dell’edificio è adibito a uffici. La torre è strutturata con una divisione tra le due funzioni in due condomini (sono serviti infatti da due corpi scala differenti) gestiti al piano terra da un'unica portineria, presidiata 24 ore su 24, che è anche la centrale di controllo di tutti i sistemi di allarme e videosorveglianza.
La torre è anche servita molto bene dal punto di vista della mobilità: è infatti dotata di un ampio parcheggio esterno pubblico al piano terra e di 2 piani interrati con posti auto privati con accessi carrabili e pedonali videocontrollati e chiusi da sistemi di porte scorrevoli e basculanti.
Dal punto di vista architettonico Torre Pontina è fondata su una platea di spessore variabile da 3 a 4 m che poggia a sua volta su 136 pali del diametro di 1,3 metri e lunghi 40 metri trivellati nel terreno. Le strutture portanti dell'edificio sono realizzate in cemento armato, i solai e gli impalcati sono costituiti da una muratura mista di predalles prefabbricate e cemento armato gettato in opera. Per quanto riguarda invece le pareti e le tramezzature divisorie, è stato scelto di adottare la tecnologia a secco Knauf, con l’impiego di 70.000 mq di lastre
Interventi
Grazie agli alti livelli di innovazione, affidabilità e resistenza dei materiali Knauf, le pareti sono state realizzate tramite la stratificazione di 2 pannelli per ogni lato di un’orditura metallica portante, così da creare soluzioni divisorie ad alte prestazioni in appena 125 mm di spessore. Tale scelta costruttiva è stata adottata per assecondare in maniera intelligente il rapido andamento del cantiere offrendo, contemporaneamente alla sicurezza di un montaggio veloce e sicuro, materiali di qualità certificata e risparmio dei costi, oltre a prestazioni eccellenti in materia di risparmio energetico, isolamento termoacustico e comfort abitativo.
Contributo redazionale a cura di